di Marta Perego
Più giovane di qualsiasi giovane, Pupi Avati, 81 anni, sangue bolognese ribollente nelle vene, ha incantato il pubblico del Festival della Parola di Chiavari, di fronte ad un pubblico da grandi occasioni, divertito dai toni da farsa e commedia del regista de Il papà di Giovanna.
Pupi ha incantato il pubblico con i suoi cavalli di battaglia: l’incontro con Lucio Dalla, mentre lui era un giovane clarinettista che si faceva largo in una jazz band bolognese formata da ginecologi (La Doctor Dixie Jazz band).
“La prima volta che l’ho incontrato l’ho visto lì, bruttino, tutto ingrugnito, l’ho sentito suonare e non era per niente capace!”
Ma poi il talento è sceso su di lui e durante una lunga tournèe in giro per l’Europa Lucio è diventato Lucio Dalla, mentre Pupi ha capito che dalla musica non avrebbe potuto avere quello che cercava.
“Una sera suonavamo in centro a Bologna, nel locale è arrivato Gino Paoli, ha sentito suonare Lucio e poi ha voluto parlargli”
Iniziava così la carriera di uno dei nostri più grandi cantautori, mentre quella di Pupi, nella musica, evaporava.
“Non lo sopportavo più, in tournèe a Barcellona siamo saliti sulla Sagrada Familia, volevo buttarlo di sotto”.
Ma nella vita dei grandi gli ostacoli sono fatti per essere superati, ed è nel momento in cui si sente fallire nella musica che Pupi capisce la sua passione per il cinema.
Esordisce seguendo la sua passione per il cinema dell’orrore.
Il primo si intitola Balsamus l’uomo di Satana, il secondo è Thomas e gli indemoniati dove scopre e lancia un’allora esordiente Mariangela Melato. E’ il 1968. Pupi non aveva scelto questo topino con gli occhi grandi, ma una sua collega di corso di teatro che assomigliava a Grace Kelly.
La sosia di Grace però non poteva andare a Ferrara e ha mandato l’amica Mariangela.
“Non credo sia mai successo nella storia del cinema che un’attrice abbia mandato un’altra…” dice Pupi divertito.
In realtà è successo. Lui non l’ha voluta subito. Mariangela è stata ad aspettare fuori dalla chiesa sconsacrata dove si effettuavano le riprese per ore. Alla fine Pupi si è convinto, l’ha fatta recitare e tutti sono rimasti in silenzio di fronte a questa ragazzetta dai capelli corti ma bravissima.
“Quella che trasferiva Mariangela era la verità del cinema”.
Oggi sono passati cinquant’anni e tanti film. Il prossimo, lo ha detto in conferenza a Chiavari, sarà dedicato a Dante
“Proprio mentre venivo qui ho ricevuto una telefonata, in cui mi dicevano che la settimana prossima firmiamo per il film su Dante: è un progetto che ho in mente da diciotto anni, i primi scambi di lettere con la Rai risalgono addirittura al 2001…”.
“Non ho nessuna intenzione di far vedere Dante col nasone. Dante non lo si vedrà mai. La chiave vincente è raccontarlo attraverso Giovanni Boccaccio che è stato il suo primo biografo: sarà una sorta di indagine, di investigazione. Ci sono tante cose su Dante che gli italiani non sanno… ”
E per il ruolo di Boccaccio vorrebbe Al Pacino.
Restiamo in attesa.